mercoledì 24 dicembre 2008

Brjullov in Italia: tracce ed influenze

Il post su Zeri, deve avermi impressionato molto da pormi oggi la domanda: Cosa rimane del passaggio di Brjullov in Italia?
Enorme è l'influenza che questo maestro del romanticismo ha avuto nel suo soggiorno nel Bel Paese: si parte dal successo de "L'ultimo giorno di Pompei", 1833 fino ad arrivare ai numerosi soggetti a tema italico presenti nel suo lavoro. Il soggiorno del grande innovatore russo, carico di successi, ha però lasciato nei musei e nelle collezioni italiane pochissime opere:
- Ritratto di A. N. Demidov, Principe di San Donato, 1831, Galleria Palatina, Palazzo Pitti, Firenze
- Ritratto della cantante Giuditta Pasta nei panni di Anna Bolena, 1834, Museo del Teatro "La Scala", Milano
- Per ordine di Allah, la biancheria si cambia solo una volta all'anno, 1852, Galleria d'Arte Moderna, Milano
- Ragazza nella foresta, collezione Tittoni
- Giulietta Tittoni nei panni di Giovanna d'Arco, collezione Tittoni
La ricerca sul colore ed il temperamento romantico del giovane russo deve avere influenzato fortemente il contesto milanese di quegli anni, se si pensa a come proprio in quegli anni Hayez trasformi ed aggiorni lo stile dei suoi ritratti, avvicinandoli nel gusto all'opera di Brjullov. Il ritratto di Cristina Belgioioso Trivulzio, 1832 sembra infatti presentare diverse affinità (pur mantenendo un contenimento lombardo) con lo stile vivido e nero del maestro russo. Ma chi ricevette maggior beneficio dal contatto con il maestro fu probabilmente il compositore Giovanni Pacini con cui Brjullov instaurò un potente e proficuo scambio di idee e visioni.
Immagini: (sopra) Giuditta Pasta, (sotto) dettaglio da "L'Ultimo giorno di Pompei"

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