venerdì 30 ottobre 2009

I nuovi allestimenti della GAM di Torino


Superato il primo scoglio, sorpassate le prime difficoltà interpretative, abituatisi ad un nuovo modo di osservare, meno storicistico, meno contemplativo, si scoprono i primi vantaggi del nuovo allestimento della GAM di Torino.
L'accostamento di opere di periodi diversi permette di creare un caleidoscopio di interpretazioni capace di suggerire nuove vie e nuove letture e a parer mio chi ne beneficia maggiormente è l'Ottocento che si trova riinterpretato in chiave attualizzata.
Nonostante gli accostamenti siano talvolta poco centrati, spesso eccessivamente semplificanti, sovente privi di rapporto con il contesto storico, quello che si viene ad inaugurare è un suggestivo rapporto di immagini, un richiamo astratto che lascia intravedere nuovi particolari e nuovi dettagli.
Le 4 sezioni tematiche non sono tutte ugualmente riuscite, questo bisogna ammetterlo, risulta un po' oscuro e generico il tema della specularità, sebbene con opere meravigliose, talvolta confuso quello della veduta, forse privo di slancio quello del genere. Personalmente l'infanzia è il tema che ha lasciato la sensazione più positiva, in cui all'accostamento tematico si accompagna il ritmo dell'evoluzione storica, permettendo così alle opere di non perdere il riferimento al contesto sociale.
Temo comunque che lo sguardo vada abituato a questo nuovo modo di guardare e non è detto che con il tempo non si adranno preferendo accostamenti più audaci.
Meritorio mi è parso il collocamento di nuove opere come il delizioso autoritratto di Mario Sturani, che purtroppo per ragioni di tema non potrà trovare spazio in questo blog.
Una nota negativa va invece assolutamente segnata sulle didascalie (poco chiare), ma soprattutto sulle traduzione dei testi in inglese (assente...peccato per una città che vorrebbe dirsi internazionale!), per non parlare della totale assenza di materiale informativo, di etichette e di testi per la mostra. Sembra di aver fatto un balzo indietro nei tempi, agli anni precedenti alla legge Ronchey.
Nonostante queste pecche che si spera verranno risolte a breve, il museo lascia un gran voglia di tornare e questo non è poco! Ma soprattutto da nuova linfa alle sue collezioni aprendo nuove prospettive di senso.

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